Avete appena affrontato l’ennesima crisi di vostro figlio e sentite dentro di voi che non si può trattare solo di “capricci”, ma allo stesso tempo vi sentite impotenti e incapaci di aiutarlo? Con questo breve articolo cerchiamo di chiarire cosa sono le crisi, perché e in che termini sono legate all’autismo e cosa si può davvero fare per poter affrontare e (perché no?) superare il problema.
Cos’è una crisi e perché è un “problema” da affrontare
Per poter parlare del come, partiamo innanzitutto da una definizione:
“Comportamento di tale intensità, frequenza o durata che la
Emerson, 1995
sicurezza fisica della persona o di altri viene messa in grave
pericolo o comportamento che può limitare seriamente o
negare l’accesso all’utilizzo di strutture comunitarie”
E in parole povere? Si tratta di comportamenti che hanno delle conseguenze di non poco conto: possono mettere in pericolo il bambino e chi gli sta intorno e generano isolamento sociale, se non la seria esclusione da servizi comunitari. Considerando poi che un bambino con autismo ha già difficoltà nell’interazione, tutto questo non aiuta.
Perché avviene una crisi?
Prima di tutto, bisogna avere ben fisso in mente che la crisi non fa parte del disturbo dello spettro autistico, ma è una conseguenza dei deficit dovuti al disturbo. Tutti noi abbiamo dei bisogni di vario genere: desideriamo cose materiali, affetto, attenzione, oppure ci sentiamo a disagio e vogliamo fuggire o evitare una situazione. Un bambino piccolo che non sa ancora parlare esprime queste necessità attraverso il pianto. Un bambino con autismo, non riuscendo ad esprimersi, cerca di raggiungere i suoi obbiettivi attraverso quelle che definiamo crisi, anche per la frustrazione di non riuscire a farsi capire.

Leviamoci quindi dalla testa l’idea che siano “capricci”. La crisi, in qualsiasi modo si manifesti, è la punta di un iceberg: il compito di un genitore è capire cosa ci sia sotto. “Qual è la funzione di tale comportamento?” bisogna chiedersi, e quindi osservare e ipotizzare. Le funzioni possono essere:
- desiderio di qualcosa di materiale
- bisogno di attenzione o di affetto
- disagio o sovraccarico sensoriale
- carenza sensoriale e quindi autostimolazione
- necessità di evitare una situazione che genera disagio
- difficoltà nel gestire le emozioni forti come la rabbia, la paura e così via
Le funzioni possono essere di vario tipo ed essere espresse da più comportamenti o, viceversa, un comportamento può avere più funzioni. Sicuramente è inutile avere la pretesa di elencarle tutte: ogni bambino ha un proprio carattere e i propri desideri, a prescindere dall’autismo.
Autismo: come gestire una crisi
Ora che abbiamo un concetto più chiaro riguardo alle crisi e al significato che hanno per il tuo bambino, possediamo le basi per capire come si possono gestire o addirittura prevenire. In entrambi i casi è necessario conoscere il vostro bambino: più tempo passerete con lui e più imparerete a capire i suoi bisogni, i suoi desideri e il suo modo di comunicarli.
Gestire la crisi sul momento
Il bambino quindi urla, batte i piedi, si butta per terra, piange o si tira i capelli… E’ importante armarsi di tanta pazienza e amore e rimanere calmi. Sgridarlo non servirà a nulla se non ad aumentare la frustrazione per entrambi.
In fondo, ricorda che quello è il suo modo di comunicare. In quel suo modo, sta cercando di chiederti aiuto e si arrabbia con sé stesso perché non riesce a farsi capire. Sii comprensivo e cerca di entrare in empatia con lui: frasi come “ti capisco”, “so come ti senti”, “so che sei arrabbiato” lo aiuteranno a sentirsi compreso. Se vuole ottenere qualcosa che però non può avere in quel momento, offrigli un’alternativa e fagli capire, aiutandoti con supporti visivi, quando precisamente potrà avere quella determinata cosa.
Il linguaggio verbale però può non bastare e a volte può diventare solo fonte di ulteriore frustrazione, in special modo in caso di comportamenti particolarmente violenti. In questi casi ci viene in aiuto il linguaggio del corpo: un forte abbraccio accompagnato da parole dolci possono aiutare il tuo bambino a sentirsi compreso e a contenersi.
Un metodo molto efficace è quello di proporre al bambino una routine che lo aiuti a calmarsi; abbiamo scritto un articolo di approfondimento in cui parliamo del libro: “Che Rabbia!”.
E’ necessario allenare il bambino a ricevere dei “no” e si può scendere a compromessi, ma non cedere: la crisi risulterebbe altrimenti un metodo vincente nella sua funzione, e il nostro approccio controproducente. Perché risolviamo la crisi sul momento, ma non la “preveniamo”: di conseguenza non stiamo aiutando il nostro bambino. Un metodo utile per gestire le emozioni è, invece, quello di trovare una routine: un libro, un gioco, un’attività particolare che lo aiutino a calmarsi.

Prevenire la crisi e affrontarla
La parte più importante, quindi, nell’affrontare una crisi non è gestirla sul momento in cui si presenta, ma prevenirla. Prevenire significa:
- Capire la causa o la situazione che la genera. Tenete quindi nota dei suoi comportamenti, anche attraverso una tabella per iscritto, e cercate ogni volta di rispondere alle domande “quando?”, “perché?”, “cosa fa?”, “cosa lo calma?”. Osservate e ipotizzate.
- Lavorare sulla comunicazione, fornendo al bambino strumenti adeguati che siano funzionalmente equivalenti alla crisi.
- Strutturare il tempo e le attività, attraverso supporti visivi come calendari che insegnino e allenino l’accettazione dei no e dell’attesa. Un bambino con autismo ha bisogno di sapere quando farà qualcosa, con chi, perché, dove e soprattutto sapere se ci sono eventuali cambi di programma.
- Strutturare lo spazio, adibendo aree diverse a compiti diversi: ad esempio una particolare area per fare i compiti, un’altra per giocare e così via.
Quindi prevenire non significa solo evitare una situazione, ma affrontarla. Il bambino ha bisogno di comunicare, lo fa in modo “inadeguato” e noi abbiamo il compito di aiutarlo ad esprimersi in modo alternativo, nel rispetto delle sue esigenze. I primi a dovergli andare incontro in questo mondo spaventoso siamo noi genitori, perché ne va del suo futuro e della sua qualità di vita. A questo scopo consigliamo la lettura di : “10 cose che ogni bambino con autismo vorrebbe che tu sapessi” di Ellen Notbohm, è un libro che aiuta moltissimo a capire i bambini con autismo e a cercare di vedere il mondo dalla loro prospettiva.