Quali sono i diritti di mio figlio con autismo e quali agevolazioni gli spettano? A volte può risultare difficile addentrarsi nella nostra intricata burocrazia, ma niente panico. È proprio per questo che abbiamo raccolto e sintetizzato per te le informazioni più importanti.
Ricordati che i diritti di una persona con autismo, o in generale di una persona con un handicap, sono gli stessi di ogni altra persona, in quanto essere umano: diritto alla libertà, all’autonomia, all’istruzione, al lavoro. Le leggi riconoscono questi diritti e si impegnano a garantirne il rispetto, rimuovendo il più possibile le cause di disparità sociale. In questo caso, la legge che ci interessa è la 104 del 1992, la “legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate“. Vediamo adesso quali sono, in ordine, le agevolazioni che la legge 104 prevede.
Sommario
Destinatari: chi ha diritto?
Prima di tutto, è bene aver chiaro chi sono i soggetti aventi diritto. L’articolo 3 definisce persona con un handicap “colui che presenta una minoranza fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva […]“, ma le prestazioni di cui ha diritto variano in relazione a quanto la propria situazione sia invalidante a livello di autonomia. La disabilità può essere media, grave o gravissima ed è valutata da una Commissione operante presso l’Asl. Per poter beneficiare della legge bisogna, quindi, fornire all’ Inps il certificato medico che indichi la disabilità e la sua gravità (art. 4). Molte delle agevolazioni sono previste solo per chi ha un handicap grave, ma, non ti preoccupare, lo specificheremo ogni volta.
Le agevolazioni della legge 104 sul lavoro
Avere un figlio o un familiare con disabilità di cui occuparsi e gestire gli impegni lavorativi può essere difficile. Sono dunque previste, dall’articolo 33 della legge 104, delle agevolazioni per andare incontro alla famiglia che si prende cura della persona con disabilità. Sono, comunque, previste delle agevolazioni anche per il dipendente disabile. Proseguiamo, però, per ordine: prima di tutto, vediamo quali sono e come possono essere utilizzati i permessi da parte del familiare.

Legge 104 e permessi retribuiti
La legge 104 prevede permessi retribuiti per i familiari della persona con handicap. Con familiari si intendono: il coniuge, un genitore, anche adottivo, gli affini di secondo grado ma anche di terzo, nel caso in cui i primi fossero over 65, invalidi o assenti. Ma attenzione: solo una persona può usufruire di tali agevolazioni e solo se il parente presenta un handicap grave.
Durante i primi anni di vita, uno dei due genitori, anche adottivo, ha diritto a:
- il prolungamento fino a 3 anni del periodo di astensione facoltativa dal lavoro; in alternativa, a 2 ore giornaliere retribuite fino al compimento del terzo anno di vita;
- dal compimento del terzo anno di vita in poi, 3 giorni di permesso mensili coperti da una contribuzione figurativa;
Al compimento dei 18 anni, i permessi sono concessi se chi ne usufruisce convive con la persona che assiste in modo continuato. In assenza di un convivente, sono allora concessi anche ad un altro familiare.
In tutti i casi è necessario presentare un’istanza e il certificato di disabilità grave. Inoltre, la persona di cui ci si prende cura non dev’essere ricoverata a tempo pieno in un’altra struttura. I permessi, poi, non sono cumulabili e sono utilizzabili in modo alternato: se si scelgono le 2 ore giornaliere, non si possono chiedere i 3 giorni mensili e viceversa, ma si possono alternare di mese in mese.
Agevolazioni per dipendenti con disabilità
Per quanto riguarda, invece, il dipendente con disabilità grave, valgono gli stessi permessi, ovvero i 3 giorni mensili e le 2 ore giornaliere, utilizzabili in modo alternato.
Altre agevolazioni, di cui hanno diritto sia il dipendente disabile in stato di gravità che il familiare che lo ha a carico (ricordiamolo: uno solo, non tutti), sono la possibilità di scegliere la sede più vicina al proprio domicilio, di rifiutare un eventuale trasferimento e di rifiutare un lavoro notturno.
Inoltre, ai sensi degli articoli 19 e 21 della legge 104, la persona con disabilità, accertata la capacità lavorativa, ha diritto al collocamento obbligatorio, in mansioni compatibili e, a seconda della gravità dello stato di disabilità, di scelta prioritaria tra le sedi disponibili.
Pensioni d’invalidità
Altro argomento spinoso sono le pensioni. La legge 104 prevede, tra le agevolazioni, anche l’anticipo pensionistico per i dipendenti con disabilità. Se il dipendente è dichiarato invalido al 75% ha diritto a 2 mesi annui di contributi figurativi al fine di poter andare in pensione prima. Se invece la condizione di invalidità supera l’80%, ha diritto alla pensione di vecchiaia anticipata. Con la situazione Covid-19 è stata messa in discussione dalla Corte di Cassazione l’adeguatezza delle pensioni, e sono state aumentate. L’ aumento, però, spetta solo agli invalidi al 100% e in condizione di fabbisogno economico.
Agevolazioni fiscali previste dalla legge 104
Abbiamo visto insieme quali siano le agevolazioni in ambito lavorativo, in quanto a permessi e diritti. Ora, invece, vediamo insieme quelle fiscali, interessanti da conoscere e tenere a mente.

- Spese mediche: le spese mediche generiche e di assistenza sono deducibili dal redditto. Le spese mediche specialistiche o per ausili specifici sono, invece, detraibili del 19% sull’imposizione Irpef e presentano un IVA agevolata del 4%.
- Detrazione per figli a carico: la detrazione fiscale per ogni figlio a carico varia in base al reddito e all’età. Qualora un figlio avesse un handicap, è prevista, in aggiunta alla normale detrazione per i figli a carico, un’ ulteriore soglia di detrazione di 400 euro.
- Contributi Inps: sono previsti dei contributi Inps per l’assistenza domiciliare di persone con handicap. Tali contributi variano a seconda dello stato di gravità e del reddito. Per esempio, chi ha un reddito maggiore di 32 mila euro e la disabilità è media non ha diritto a contributi. Chi invece ha un reddito compreso tra i 16 e i 24 mila euro e la disabilità è grave ha diritto a 500 euro. Ancora, chi ha un reddito minore di 8 mila euro e la disabilità è gravissima ha diritto a 1050 euro di contributi.
- Bollette: coloro che, avendo una grave disabilità, sono costretti ad utilizzare macchinari elettromedicali per il mantenimento in vita hanno diritto allo sconto sulla bolletta elettrica.
- Auto: in caso di accertata disabilità grave, nell’acquisto dell’auto, nuova o usata, sono previsti: l’ IVA agevolata del 4%, la detraibilità del 19% della spesa sostenuta sulla dichiarazione dei redditi e l’esenzione perpetua dal bollo e dalle tasse di trascrizione per il passaggio di proprietà.
- Acquisto attrezzature tecnologiche: sempre in caso di accertata disabilità grave, nell’acquisto di computer, tablet o altre attrezzature tecnologiche, si ha diritto alla detraibilità del 19% sull’imposizione Irpef e all’IVA agevolata del 4%. Ciò è applicabile non a tutti gli elettrodomestici, ma solo a quelli che, su certificazione medica, possono effettivamente aiutare la persona con un handicap.
- Edilizia: l’ articolo 24 della legge 104 prevede che le strutture pubbliche siano costruite in modo adeguato per permettere l’accessibilità anche a persone con disabilità. In caso di lavori, anche in ambito privato, si ha diritto alla detrazione Irpef del 36%. In alternativa, si può usufruire del bonus ristrutturazione del 50% fino ad una spesa di 96 mila euro. Le due modalità non sono cumulabili: al più, si può beneficiare della detrazione del 36% sulla differenza della spesa che supera i 96 mila euro.
Scuola: diritto allo studio ed integrazione scolastica
Studiare è un diritto e l’istruzione è sicuramente una delle vie principali per il raggiungimento, parziale se non totale, dell’integrazione sociale delle persone con handicap. Inoltre, solo attraverso di essa ci si può realizzare, sviluppando a pieno le proprie potenzialità, attraverso gli strumenti adeguati.

Il tema dell’educazione e dell’integrazione scolastica sono trattati dagli articoli 12 e 13 della legge 104. Più volte è sottolineato che è garantito l’inserimento della persona con disabilità alla materna, in ogni scuola di ordine e grado e all’università. Lo scopo principale è quello di offrire allo studente le migliori condizioni per poter sviluppare al massimo le proprie capacità.
PEI: Piano Educativo Individualizzato
Dopo aver presentato, all’atto d’iscrizione, la certificazione dell’Asl, gli operatori sanitari e gli insegnanti, tra i quali quella di sostegno, in collaborazione coi genitori, definiscono quale sia il programma migliore per l’alunno (PEI o Piano Educativo Individualizzato). Al fine di essere sicuri che il programma previsto per vostro figlio risponda a pieno alle sue esigenze, vi consigliamo di collaborare attivamente e senza timore col personale scolastico e di leggere attentamente il PEI proposto.
La legge obbliga la scuola a dotarsi degli ausili necessari per accogliere un possibile studente con un handicap. Ciò vale per la struttura, per gli strumenti e per gli stessi insegnanti di sostegno, che devono essere specializzati e continuamente aggiornati (art 14). È previsto, inoltre, l’obbligo di consultazione degli insegnanti del ciclo superiore con quelli del ciclo inferiore. E’, infatti, molto importante tenere traccia del percorso dello studente, in una continuità didattica il più possibile costante.
Prove e valutazione
Per quanto riguarda la valutazione dello studente con handicap, la scuola secondaria di primo grado deve garantire prove corrispondenti all’insegnamento impartito, idonee alle capacità del singolo. La scuola secondario di secondo grado, invece, deve fornire prove equipollenti, ma con tempi più lunghi e con tutti gli ausili necessari.
Formazione professionale
Infine, con l’articolo 17, le regioni:
realizzano l’inserimento della persona handicappata negli ordinari corsi di formazione professionale dei centri pubblici e privati; e garantiscono agli allievi handicappati che non siano in grado di avvalersi dei metodi di apprendimento ordinari l’acquisizione di una qualifica anche mediante attività specifica.